Vogliamo una scrittura che rida guardando negli occhi l’assurdo della vita.

Tutti possono scrivere. Ci interessa solo chi è disposto a farlo pericolosamente: non a intrattenere ma a turbare e ferire. Persone che non temano il vuoto delle proprie voragini. Che riconoscano nell’ironia la più crudele delle autocoscienze, la più audace rivolta contro la propria condizione.
Un obiettivo: ridare vita alla vita. Grido o sussurro, schiaffo o carezza: destarsi in ogni modo dall’incubo dell’anestesia contemporanea. Superando la posa forzata dell’eccesso e abbracciando la semplicità che recide nel profondo. Sondare le profondità, dove manca la luce e l’ossigeno, lì dove l’insopportabile diventa speranza.